Usare le lenti a contatto
L’ uso delle lenti a contatto fornisce alcuni vantaggi agli individui ametropi rispetto all’ occhiale, come un comfort maggiore, soprattutto nelle attività dinamiche, un campo di visione più ampio, un’ acuità visiva migliore e un look diverso.
Le lenti a contatto sono strumenti sicuri e affidabili per correggere e risolvere i difetti visivi comuni, come la miopia, l’ ipermetropia e l’ astigmatismo. Con quelle multifocali possiamo compensare anche la presbiopia.
Funzionano come le lenti oftalmiche, cioè deviano i raggi luminosi portandoli a fuoco sulla retina nel punto di convergenza, senza avere l’ ingombro della montatura.
Inoltre le lenti a contatto sono prive di aberrazioni ottiche e sempre centrate sull’ asse ottico visuale dell’ occhio.
La contattologia si divide in due grandi famiglie, quella delle lenti a contatto rigide e quella delle lenti a contatto morbide, ognuna con le proprie caratteristiche e qualità.

Lenti a contatto rigide
Le lenti a contatto rigide furono le prime ad essere lanciate sul mercato e il primo materiale utilizzato era il PMMA (polimetilmetacrilato). Il PMMA era un materiale impermeabile all’ ossigeno, che poteva causare ipossia corneale.
In seguito sono uscite le lenti a contatto RGP (rigide gas permeabili), ad esempio le lenti in CAB (acetato butirrato di cellulosa) che permettono il passaggio di ossigeno gassoso e riducono il rischio di ipossia.
Di solito queste sono lenti corneali, cioè appoggiano sulla cornea. Sono lenti a contatto a ricambio annuale, usate per correggere casi particolari come astigmatismi elevati o cheratoconi.
Perciò è importante eseguire una pulizia corretta e accurata usando le soluzioni specifiche.
Per applicare correttamente le lenti a contatto rigide è necessario essere molto precisi nella scelta dei parametri della lente, perché essa, essendo rigida, non può adattarsi alla forma e alla dimensione delle strutture oculari.
I parametri sono il diametro, il raggio di curvatura, l’ asfericità, l’ eccentricità, il fattore di forma, la freccia e la sagitta (profondità).
Le lenti a contatto rigide sono fatte da una zona ottica centrale e una o più zone periferiche, chiamate flange.
La zona ottica è deputata alla visione e qui si trova il potere diottrico che compensa una miopia o un’ ipermetropia oppure un astigmatismo, mentre le flange servono a stabilizzare la lente.
Le flange hanno un sollevamento al bordo per permettere il ricambio lacrimale sotto la lente. Il ricambio lacrimale è importante per eliminare i detriti e i residui che si formano sotto la lente.
Lo spessore lacrimale che si forma tra la lente a contatto rigida e la cornea si definisce menisco lacrimale o TLT e funziona come una lente vera e propria, contribuendo al potere diottrico finale.
Una lente a contatto rigida troppo stretta impedisce il ricambio lacrimale e causa il ristagno della lacrima, l’ edema e un’ impronta sulla cornea.
Una lente a contatto rigida troppo larga provoca instabilità, movimento eccessivo e possibili abrasioni sulla cornea per sfregamento.
Questo si valuta con un controllo con la lampada a fessura dopo aver applicato la lente.
Per questo è importante prendere i parametri corneali corretti con il topografo, l’ oftalmometro e altri strumenti per poi ordinare la lente di prova delle dimensioni giuste.
Le lenti a contatto morbide
Le lenti a contatto morbide hanno semplificato molto la contattologia e l’ applicazione, perché essendo flessibili ed elastiche si adattano alle dimensioni della cornea.
Appoggiano sia sulla sclera che sulla cornea e perciò si definiscono lenti sclerocorneali.
Queste lenti contengono sempre una percentuale di acqua. Non sono divise in zona ottica e flange ma hanno diametri e raggi di curvatura prestabiliti quindi, anche se è sempre importante, non è indispensabile rilevare le misure corneali soggettive.
Possono esserci piccole differenze tra i vari tipi di lenti ma in ogni caso l’ ottico contattologo non può quasi mai decidere il diametro, il raggio di curvatura o la sagitta al momento dell’ ordine.
Si può fare nelle lenti di ricetta con le gradazioni molto elevate o nelle multifocali toriche.
È comunque importante eseguire controlli in lampada a fessura prima e dopo l’ applicazione, per valutare il movimento della lente, la sua interazione con il film lacrimale, i depositi formati e, nel caso di una lente a contatto torica, l’ orientamento dell’ asse astigmatico.
Ci sono due tipi di materiali per realizzare lenti a contatto morbide, l’ hydrogel e il silicone-hydrogel. Il primo è permeabile all’ ossigeno liquido lacrimale, il secondo è permeabile anche a quello gassoso dell’ aria.
Una lente morbida può essere giornaliera, quindicinale, mensile e annuale in base alla sua durata.
Le lenti a contatto morbide sono le più diffuse in commercio perché sono facili da applicare e da maneggiare, quindi consentono di correggere velocemente i difetti visivi come la miopia, l’ ipermetropia e l’ astigmatismo.
Gli occhi miopi o ipermetropi si risolvono con le lenti morbide sferiche, mentre quelli astigmatici con le lenti a contatto toriche.
Le lenti morbide multifocali compensano anche la presbiopia e questo è positivo per il soggetto presbite e ametrope, perché vede bene da lontano e da vicino.
Conclusioni
Oggi la maggior parte delle lenti a contatto vendute sono morbide a ricambio giornaliero o mensile, e sono usate per correggere le ametropie comuni.
Si ricorre alla contattologia rigida solo nei casi particolari citati prima, come un cheratocono o un astigmatismo elevato. Nel caso del cheratocono è fondamentale il parere del medico oculista.