I disturbi causati dalle radiazioni luminose
Le radiazioni elettromagnetiche influiscono sugli occhi e possono provocare dei danni alle strutture oculari. Lo spettro elettromagnetico è composto da diverse radiazioni, ognuna con una sua lunghezza d’ onda e una sua frequenza.
I raggi UVB, anche se arrivano in piccole quantità sulla terra, sono assorbiti dalla cornea e possono causare le cheratiti e le congiuntiviti. I raggi UVA sono assorbiti dal cristallino e possono causare le cataratte corticali. In generale i raggi ultravioletti sono associati anche alla degenerazione maculare e al melanoma. Il trattamento di queste patologie è riservato al medico oculista, unico professionista che può occuparsene.
La luce blu-viola corrisponde alla luce visibile ad alta energia e arriva sulla retina causando l’ affaticamento visivo, l’ alterazione del ritmo circadiano e dei livelli di melatonina e, nel lungo periodo, possibili danni retinici. Inoltre la luce blu accelera l’ invecchiamento precoce delle cellule ed è lesiva per gli epiteli. Il danno maggiore corrisponde ad una lunghezza d’ onda di 435 nanometri.
La luce blu si diffonde facilmente dentro gli occhi, perciò riduce la sensibilità al contrasto che è fondamentale per gli ipovedenti. L’ infrarosso facilita la cataratta esfoliativa perché denatura le proteine lenticolari a causa del calore e causa anche la dislacrimia.
Per questo motivo è importante utilizzare delle lenti selettive a scopo preventivo soprattutto per l’ ipovisione.
Le lenti fotoselettive per gli ipovedenti
I colori dei filtri fotoselettivi per l’ ipovisione li capiamo dai grafici della trasmittanza e dal taglio delle radiazioni. La trasmittanza è la capacità del materiale di farsi attraversare da una parte della luce che lo colpisce. Si definisce come il rapporto tra il flusso luminoso trasmesso e quello incidente.
Le lenti ad alta protezione per le patologie oculari schermano completamente i raggi UVB e UVA e sono realizzate con dei polimeri che bloccano anche la luce blu ad alta energia. Inoltre hanno dei trattamenti contro la luce blu applicati sulla superficie che attenuano il picco di emissione di questa radiazione, quindi riducono i disturbi che ne derivano e prevengono e rallentano le patologie indotte da questa radiazione.

Gli ipovedenti utilizzano le lenti fotoselettive più indicate per le loro patologie come la retinite, la retinopatia e la degenerazione maculare senile. Questi filtri fotoselettivi aumentano il contrasto visivo e riducono l’ abbagliamento e la fotofobia, inoltre si incorporano anche negli ausili ottici e nei sistemi ingrandenti ed esistono anche fotocromatici e polarizzati.
Si tratta di filtri colorati, i più comuni sono gialli, arancioni e marroni, con vari livelli di assorbimento e scurimento a seconda della loro funzione. In base al bisogno e al tipo di utilizzo si sceglie la lente selettiva più adatta allo scopo. I filtri selettivi alterano la percezione dei colori, perciò non sono adatti alla guida.
Sono classificati in 3 classi e ogni classe si usa per delle patologie precise. Se vogliamo capire le caratteristiche di una lente selettiva dobbiamo considerare la sua trasmittanza, che è indicata da un grafico specifico, e non il colore.
Scegliamo il filtro della classe più adatta alla patologia che causa l’ ipovisione, poi cambiamo l’ assorbimento della luce visibile per farlo più chiaro o più scuro in base alla fotofobia del soggetto ipovedente.
Le classi dei filtri fotoselettivi
Come abbiamo detto le lenti fotoselettive si dividono in 3 classi. I filtri di prima classe tagliano da 420 a 500 nanometri, con una protezione quasi totale fino a 480 nanometri. Sono usati per proteggersi dai raggi UV, per l’ afachia, per le congiuntiviti e per il post chirurgia. Possono essere anche fotocromatici e polarizzati.
I filtri di seconda classe tagliano dai 500 ai 540 nanometri e sono indicati per la fotofobia elevata, la cataratta, l’ edema corneale, la vitrectomia, la retinopatia diabetica, la degenerazione maculare e il glaucoma. Anche questi esistono fotocromatici e polarizzati.
I filtri di terza classe tagliano oltre i 540 nanometri e si utilizzano nei casi di retinite pigmentosa, albinismo, aniridia, atrofia ottica, per i colobomi dell’ iride e nei casi di acromatopsia e discromatopsia. A richiesta sono anche fotocromatici e polarizzati.
La prima classe delle lenti selettive per le patologie oculari è stata divisa in due sottoclassi, la classe 1A e quella 1B con una differenza fondamentale tra loro. La prima è idonea alla guida diurna e si può usare anche davanti ai dispositivi elettronici, la seconda non è idonea alla guida.
Le normative prevedono che una lente deve avere una trasmittanza maggiore dell’ 8% per essere idonea alla guida diurna e maggiore del 75% per la guida notturna.

I benefici dei filtri selettivi per le patologie oculari
I benefici di queste lenti per l’ ipovisione riguardano la protezione delle strutture oculari e il miglioramento di alcune componenti della visione dell’ ipovedente. Ci sono dei vantaggi nella lettura, una riduzione dell’ abbagliamento e un recupero più veloce dopo un fotostress.
Inoltre abbiamo un aumento del contrasto, una minore diffusione luminosa intraoculare, meno fotofobia e una maggiore velocità di lettura, quindi un maggior comfort visivo. Ad una persona ipovedente queste qualità migliorano la sua vita quotidiana e le sue attività.
Nell’ ipovisione non possiamo ottenere un recupero completo della vista, ma possiamo ottimizzare le varie caratteristiche e le percezioni visive per raggiungere il risultato migliore possibile.