Cosa significa occhio astigmatico
Un occhio astigmatico è un occhio che non mette a fuoco l’ immagine in un punto sulla retina, ma origina due linee focali separate e perpendicolari tra loro.
Lo spazio tra le 2 linee focali si chiama conoide di Sturm. Si tratta di una malattia? Ovviamente no, tranquilli, è solo un fastidio visivo che si risolve facilmente!
L’ astigmatismo oculare totale deriva dai mezzi ottici principali dell’ occhio, la cornea e il cristallino, che funzionano come lenti col compito di convergere sulla retina il fascio luminoso.
Quando il potere diottrico dell’ occhio non coincide con la lunghezza del bulbo oculare abbiamo una ametropia.
Nel caso dell’ astigmatismo la cornea non ha una curvatura uniforme, quindi genera due gradazioni principali diverse, mettendo a fuoco le immagini in due punti focali diversi.

L’ astigmatismo corneale
L’ astigmatismo corneale è quella parte di astigmatismo causato dalla cornea. Una cornea astigmatica ha i raggi di curvatura e i poteri diversi sulla sua superficie.
Tra i vari raggi di curvatura ce ne sono 2, quello massimo e quello minimo, chiamati meridiani principali, che originano il potere diottrico minimo e massimo.
La cornea ha un basso astigmatismo fisiologico secondo regola, per via della sua forma e per la pressione delle palpebre.
Il termine “secondo regola” significa che il meridiano principale più potente è quello verticale, mentre quando parliamo di astigmatismo contro regola intendiamo che la gradazione maggiore è sul meridiano orizzontale della cornea.
Questo astigmatismo fisiologico corneale è compensato dall’ astigmatismo interno, di cui parleremo, quindi in un occhio emmetrope il risultato è nullo, cioè non si ha un astigmatismo finale.
Quando l’ astigmatismo corneale è maggiore, quindi non più fisiologico, non viene compensato da quello interno e l’ occhio diventa astigmatico.
Diciamo che una cornea astigmatica assomiglia a una palla da rugby e non a un pallone da calcio!

L’ astigmatismo interno
L’ astigmatismo interno deriva dai mezzi ottici interni all’ occhio, soprattutto dal cristallino.
Esso si origina dalla posizione dei mezzi ottici rispetto all’ asse ottico oculare, cioè si crea per il leggero disallineamento del cristallino rispetto alla cornea e per la sua forma e posizione.
L’ astigmatismo interno è di tipo “contro regola” quindi in un occhio emmetrope compensa quello corneale, col risultato di annullare l’ astigmatismo totale dell’ occhio.
Una cornea troppo astigmatica non viene compensata dall’ astigmatismo interno quindi il soggetto sviluppa l’ ametropia.
L’ astigmatismo totale
La somma dell’ astigmatismo corneale e di quello interno origina l’ astigmatismo totale. In un individuo emmetrope quello totale è assente, in quanto il corneale e l’ interno si annullano a vicenda.
Invece, quando la cornea ha un astigmatismo troppo alto, che può essere secondo regola, contro regola oppure obliquo, non può essere compensata da quello interno,
di conseguenza si ottiene un astigmatismo totale che causa la visione sfuocata e disturbata a tutte le distanze, oltre che il calo dell’ acuità visiva.
Questa ametropia si individua nell’ esame optometrico e si corregge con le lenti cilindriche o toriche.
Misura dell’ astigmatismo
La misura si svolge durante l’ esame optometrico ed evidenziamo il valore di questo disturbo visivo tramite la refrazione oggettiva e soggettiva.
Nella prima usiamo la schiascopia o l’ autorefrattometro, nella seconda usiamo alcuni test come il quadrante per astigmatici o i cilindri crociati.
La correzione astigmatica
Le lenti che correggono l’ astigmatismo sono cilindriche, toriche, sferocilindriche o sferotoriche. Per ragioni costruttive nel montaggio degli occhiali si usano le lenti sferotoriche.
La gradazione non è uguale su tutta la superficie della lente, infatti c’ è un potere massimo e uno minimo.
L’ astigmatismo della lente è la differenza tra i due valori estremi e va orientato secondo un asse preciso, che corrisponde a quello del soggetto.
L’ obiettivo della correzione ottica è quello di riportare le linee focali in un solo punto di convergenza sulla retina, quindi di mettere a fuoco le immagini e vedere bene.
Se c’ è un astigmatismo semplice, oppure composto con una miopia o un’ ipermetropia, si usano le lenti monofocali.
Se invece dobbiamo risolvere anche una presbiopia associata usiamo le lenti monofocali ottenendo un occhiale solo per la lettura, oppure le lenti bifocali o, meglio ancora, le lenti progressive a seconda delle necessità delle persone.
Negli ultimi due casi l’ astigmatico presbite evita di cambiare continuamente l’ occhiale per lontano con quello da vicino, perché può fare tutto o quasi con un solo paio di occhiali, anche se è bene averne sempre uno di riserva!
In base al valore dell’ astigmatismo e alla forma e alla dimensione della montatura scegliamo il materiale con l’ indice di rifrazione più adatto per ottenere lenti sottili e leggere.
Cerchiamo sempre di ottenere il miglior risultato funzionale ed estetico, considerando la gradazione delle lenti e i parametri dell’ occhiale.
Una alternativa valida agli occhiali sono le lenti a contatto, in questo caso toriche, che si differenziano in base ai materiali utilizzati e alla frequenza di ricambio.
Il valore astigmatico può farci decidere tra una lente rigida o morbida, inoltre con le lenti a contatto multifocali compensiamo anche una eventuale presbiopia.
Queste soluzioni liberano il soggetto dall’ ingombro della montatura, quindi sono ideali per tutti coloro che praticano sport o non gradiscono gli occhiali per ragioni estetiche.