Cosa è l’ accomodazione
L’ accomodazione è un processo a carico del cristallino che permette di mettere a fuoco gli oggetti vicini.
Quando dalla visione per lontano passiamo a quella per vicino, il cristallino accomoda, cioè si curva ed aumenta il suo potere ottico per vedere da vicino.
Quando dalla visione prossima passiamo a guardare lontano avviene il contrario, cioè la disaccomodazione.
In questo caso il cristallino si appiattisce e riduce il suo potere ottico.
Il processo è automatico ed entrambe le azioni sono controllate dal muscolo ciliare, che ha la capacità di contrarsi e rilassarsi agendo sui legamenti sospensori.
La capacità accomodativa non è costante per tutta la vita, ma si riduce con l’ avanzare dell’ età.
L’ accomodazione è molto elastica nei bambini e nei giovani, infatti in queste categorie la riserva accomodativa è elevata.
Intorno ai 42 inizia una progressiva perdita della capacita di accomodare, che coincide con l’ inizio e lo sviluppo della presbiopia, mentre gli anziani non accomodano più.
La mancata accomodazione si compensa con una correzione ottica per vicino, ma è importante eseguire un bilanciamento accomodativo anche nelle correzioni per lontano dei giovani.

Bilanciare l’ accomodazione
Quando eseguiamo il controllo della vista è importante bilanciare l’ accomodazione dei due occhi per dare al soggetto un comfort visivo migliore.
Il processo è bilaterale, quindi se una correzione ottica fa accomodare un occhio, anche l’ altro accomoda di conseguenza.
Il bilanciamento accomodativo serve per evitare squilibri accomodativi tra gli occhi e per evitare un possibile eccesso accomodativo che induce una falsa miopia.
Inoltre, visto che l’ accomodazione è legata alla convergenza degli occhi, evitiamo anche degli eventuali eccessi di convergenza e delle possibili forie.
Bilanciamento accomodativo con i prismi
Il bilanciamento accomodativo prismatico si esegue al termine della refrazione monoculare. La refrazione monoculare è il tipo di esame visivo in cui si misura un occhio alla volta, mentre l’ altro è occluso.
Una volta trovata la correzione dei due occhi, li scopriamo entrambi e inseriamo un potere sferico positivo di +0,50 diottrie per bloccare l’ accomodazione, poi inseriamo un prisma davanti a ciascun occhio.
I due prismi hanno lo stesso potere ma le basi opposte, cioè un prisma è a base alta e l’ altro a base bassa.
Se non abbiamo due prismi della stessa potenza possiamo usarne due molto simili.
Chiediamo al soggetto di fissare un riga di lettere o numeri di 6/10 di acuità visiva, che grazie all’ azione dei prismi sarà vista doppia. L’ individuo vedrà due righe uguali una sopra e una sotto.
A questo punto si chiede quale delle due righe vede meglio, quella in alto o quella in basso, e si peggiora l’ occhio corrispondente aggiungendo un potere sferico positivo, fino ad ottenere l’ uguaglianza di visione tra le due righe.
In questo modo l’ accomodazione tra i due occhi è bilanciata.
Questo è un test bi-oculare, cioè gli occhi sono aperti e funzionanti ma ogni occhio vede solo una riga, infatti manca lo stimolo fusionale.
Conclusioni
Questo test è facile da proporre e da spiegare al soggetto, il quale non ha difficoltà nel capirlo e nel rispondere alle domande dell’ ottico optometrista.
Alcuni soggetti non tollerano lo sdoppiamento delle immagini prodotto dai prismi, perciò potrebbero dare delle risposte falsate.
In questo caso è meglio proporre il test di bilanciamento binoculare, ma a questo punto bisogna partire da subito con la refrazione binoculare.