Cosa sono i cilindri crociati
Spesso cadono nel dimenticatoio e non sempre sono usati, ma i cilindri crociati sono utili nell’ esame optometrico, anche se sono sconosciuti alla maggior parte delle persone.
Questi strumenti sono utili nella pratica optometrica per determinare l’ asse e il potere del cilindro correttore, ossia della lente che corregge l’ astigmatismo.
Un cilindro crociato è una lente formata da due lenti cilindriche con gli assi perpendicolari tra loro e il potere ottico uguale ma di segno opposto. I poteri più comuni sono il +/- 0,25 e il +/- 0,50 diottrie.
La lente è contenuta in un anello che ha il manico posto a 45° sia dall’ asse positivo sia dall’ asse negativo del cilindro, in questo modo ruotando il manico gli assi e i poteri si invertono.
Sul cilindro crociato gli assi dei due cilindri sono indicati da segni di colore diverso.

Quando si usano nell’ esame optometrico
Spiegata la loro struttura vediamo quando usarli. I cilindri crociati si usano dopo aver determinato la sfera di miglior visione, che rappresenta la correzione sferica miopica o ipermetropica, che fornisce l’ acuità visiva migliore.
In questa condizione sappiamo che il disco di minor confusione è sulla retina e i cilindri crociati servono per mandare a fuoco su di essa anche le due focali dell’ astigmatismo.
Se invece si parte da una misurazione oggettiva come la schiascopia o l’ autorefrattometria e quindi si ha già una correzione, si agisce sul cilindro correttore inserito nell’ occhiale di prova per verificare ed affinare l’ asse e il potere dell’ astigmatismo.
Si utilizzano nella misurazione soggettiva della vista, di solito nell’ esame per lontano, ma si possono usare anche in quello per vicino per il presbite.

Procedura di utilizzo del cilindro crociato
Ma come funzionano i cilindri crociati? Come si svolge la procedura? Se l’ acuità visiva è superiore a 6/10 si usa il cilindro crociato +/- 0,25, se è inferiore si usa quello +/- 0,50.
La misura si esegue sia nella refrazione monoculare sia in quella binoculare, ma sempre un occhio alla volta. Si cerca prima la posizione dell’ asse e poi il potere.
Il soggetto fissa una mira a punti o una lettera tonda posta in visione da lontano e gli si pone davanti la lente.
Per controllare l’ asse si posiziona il manico del cilindro crociato parallelo o perpendicolare all’ asse del cilindro correttore e si ruota la lente.
Il soggetto deve dire con quale posizione della lente vede meglio, di solito si dice “uno o due”, quindi, in base alla risposta data, si ruota l’ asse del cilindro correttore verso l’ asse del cilindro crociato che ha lo stesso segno.
Quando il soggetto non esprime più una preferenza tra la posizione uno o due significa che l’ asse dell’ astigmatismo è corretto.
Per controllare il potere si posiziona il manico a 45° rispetto all’ asse del cilindro correttore, si ruota lo strumento e si chiede al soggetto se la mira è vista meglio nella posizione uno o due.
In base alla risposta del soggetto, si aumenta o si riduce il potere astigmatico del cilindro correttore finché la mira è vista uguale in entrambe le posizioni.
Ad ogni variazione astigmatica di 0,50 diottrie, si aggiunge una sfera di 0,25 diottrie di segno opposto a quello del cilindro correttore.


Conclusioni sui cilindri crociati
Nonostante siano stati superati da strumenti più moderni come l’ autorefrattometro, i cilindri crociati sono sempre validi per determinare l’ asse e il potere dell’ astigmatismo e per verificare una schiascopia o una correzione già in uso.
Nella loro semplicità consentono di fare un lavoro preciso e abbastanza rapido, inoltre il soggetto esaminato ci fornisce direttamente le risposte e le sensazioni sul suo stato visivo.